Eligio Tarticchio, Carabiniere di Dignano d’Istria disperso in Russia

Fonte: https://www.anvgd.it/eligio-tarticchio-carabiniere-di-dignano-distria-disperso-in-russia/

di Lorenzo Salimbeni – L’estate scorsa nel negozio di un rigattiere di Messina il Vice Brigadiere Salvatore Tortora scorge un quadretto a colori realizzato sulla base di una vecchia fotografia in bianco e nero che ritrae un Carabiniere. Incuriosito acquista il cimelio per poi scoprire che sul retro è manoscritto “Tarticchio O Eligio, Piani San Lazzaro, andrà ad Ancona”.

Una volta informato il Comando Generale Arma dei Carabinieri – Direzione Beni Storici e Documentali – Archivio Storico, Tortora inizia le ricerche sull’identità del giovane immortalato con l’uniforme dei Carabinieri Reali (denominazione ufficiale in uso finché è durata la monarchia sabauda in Italia).

Emerge così che si tratta di un giovane istriano, nato a Dignano nel 1920 e disperso durante la tragica ritirata di Russia del dicembre 1942. È stato coinvolto in questa ricerca pure Mauro Depetroni, cultore storico appassionato di vicende relative al fronte russo, nonché dirigente della Sezione triestina dell’Associazione Nazionale Alpini e del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Dal ruolino di Tarticchio si evince che è stato arruolato nel 1939 e mobilitato nel marzo 1942 nella 193a Sezione Carabinieri Reali, che entra a far parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR, che di lì a poco si sarebbe ampliato fino a diventare ARMIR, cioè Armata Italiana in Russia).

Tale reparto, assegnato al Quartier Generale del 35° Corpo d’Armata, svolse incarichi di polizia sul territorio e fu responsabile della sicurezza del Comandante della grande unità. Il 17 dicembre 1942 le sue vicende passarono dall’ordinaria amministrazione alla catastrofe rappresentata dalla ritirata dalla linea del fiume Don di fronte alla devastante offensiva sovietica. Un’enorme manovra di accerchiamento dalla quale liberarsi, bombardamenti aerei e di artiglieria, assalti partigiani, un freddo terrificante, tanti caduti in battaglia, ancor più numerosi prigionieri e molteplici morti congelati: in questo terribile scenario si perdono le tracce del carabiniere istriano, presumibilmente caduto durante i combattimenti presso la località di Arbusow/Arbuzovka (“il vallone della morte”).

Nel dopoguerra il Tempio di Cargnacco presso Udine accoglierà a più riprese le spoglie di caduti italiani rinvenute nelle zone di questi combattimenti. Di Eligio Tarticchio non è mai stata trovata la salma, quindi in maniera simbolica il suo ritratto verrà accolto con una breve cerimonia domenica 21 gennaio alle ore 10:00.

Sarà presente una delegazione dell’ANVGD di Udine con il labaro sociale e interverrà anche Mauro Depetroni, il quale ci spiega: «I monumenti ai caduti nelle città italiane ricordano anche i nomi dei concittadini che non fecero ritorno dal fronte russo. In Istria, a Fiume e a Zara, cedute alla Jugoslavia, non fu ovviamente possibile farlo, sicché questi nostri connazionali sono morti due volte. La prima sul campo di battaglia, la seconda nella memoria collettiva perché non c’è nemmeno una lapide che li ricordi. Ecco perché diventa significativo accompagnare in forma ufficiale la consegna del ritratto di questo carabiniere istriano al sacrario che conserva e ricorda i nomi di tantissimi caduti»

Il Vice Brigadiere Tortora esprime, infine, la sua soddisfazione: «Per merito della dedizione delle persone che mi hanno aiutato in questa ricerca e che ringrazio, con particolare riferimento al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e alla pagina Facebook Dispersi in Russia, oggi, anche se non tornerà nel suo paese di origine, questo ragazzo di appena 22 anni, dopo 80 anni di assenza, si avvicinerà almeno a quei luoghi che lo hanno visto nascere e crescere ITALIANO».

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